Economia

Da sempre paese agricolo e legato al settore primario, la Grecia ha vissuto negli ultimi anni un forte processo di industrializzazione e un’accelerazione improvvisa in molti settori.
I principali prodotti agricoli sono il grano, granoturco, orzo, barbabietole da zucchero, olive, pomodori, tabacco, patate, carne, prodotti provenienti dal latte, vino) con il 20% della forza lavorativa impiegata in questo settore che pesa il 15% sull’economia nazionale.
L’industria alimentare, tabacco, tessile, chimico, lavorazione e commercio di minerali e delle risorse del sottosuolo (tra cui ci sono pregiati marmi, sabbie e cementi speciali) prodotti metallurgici, miniere e petroli e le costruzioni occupano il 21% della forza lavoro, mentre il settore terziario e dei servizi ne occupa il 59%.

La Grecia esporta intorno a 12,5 miliardi di dollari in prodotti di manifattura, prodotti petroliferi, alimentari, bevande, etc. Le importazioni sono però superiori (intorno ai 28 miliardi di dollari) e riguardano un po’ tutti i settori.
Il turismo è uno dei settori trainanti dell’economia greca: ogni anno la Grecia accoglie un numero di turisti superiore alla sua popolazione. Nell’ultimo biennio, però, la situazione è un po’ cambiata: il fatturato relativo agli arrivi di turisti stranieri in Grecia è calato di 72 milioni di euro e sono diminuiti anche i greci che vanno in vacanza, provocando un calo delle entrate pari a 94 milioni di euro. Il governo greco cerca però di far ripartire il settore turistico – di recente ha approvato 659 progetti per il settore turistico-alberghiero, per un valore complessivo di 3,5 miliardi di euro ma le cose da fare sono davvero tante e in fretta! E non solo nel settore turistico…

L’attuale governo socialista di George Papandreou si trova dunque nella necessità di risanare il bilancio, monitorato anche all’intervento della Banca Centrale Europea e aiutato dall’Unione Europea per più di 5,5 miliardi di dollari.
L’Unione Europea chiede, però, alla Grecia attuare tutte le misure necessarie per affrontare la crisi economica e risanare il debito pubblico e rispettare così gli obiettivi di riduzione del deficit di quattro unti per il 2010.
La Grecia, afflitta anche da violenti scontri di piazza, manifestazioni di studenti e lavoratori che contestano le scelte del governo, è il paese dell'Unione Europea più in difficoltà e ha visto quest'anno il deficit salire al 12,7% e il debito pubblico al 113% del Prodotti Interno Lordo.

Il premier Giorgio Papandreou ha annunciato congelamenti dei salari e delle assunzioni pubbliche, nuove tasse indirette e sulle grandi proprietà, lotta all'evasione fiscale e innalzamento dell'età' pensionabile. Inoltre, il piano di emergenza concepito dal primo ministro greco dovrebbe servire a ripristinare un certo equilibrio, all’interno di una crisi che è di natura essenzialmente finanziaria. Infatti, la Grecia finora non ha sofferto una significativa recessione, ma secondo alcuni osservatori l’attuazione delle misure varate dal parlamento di Atene potrebbe generare un rallentamento congiunturale, se non addirittura il congelamento di determinati settori produttivi.

Intanto questi dati e queste previsioni devono fare i conti con una difficile situazione sociale: i negozi sono vuoti, il turismo è in serie difficoltà, il settore immobiliare è crollato; l’altro pilastro dell’economia greca, il business navale, soffre fortemente per la contrazione del commercio internazionale, che ha portato al blocco degli ordinativi per nuove commesse e al parallelo crollo delle tariffe dei noli. Questo determina tensioni sociali, manifestazioni sindacali e dei lavoratori, scioperi che paralizzano la produzione e il paese intero. Anni di scandali politici, povertà, disoccupazione e crisi pesano sulle spalle del popolo ellenico.
La Grecia è un paese che si credeva ricco e viveva al di sopra dei propri mezzi, ma ha improvvisamente dovuto fare i conti con la realtà. Gli scandali, la corruzione, le mazzette a qualsiasi livello della società hanno fatto il resto.

La Grecia è caratterizzata da un sistema economico fragile e scarsamente competitivo e da un sistema politico in crescente affanno, ma il rigido controllo da parte dell’unione Europea e gli obblighi di adempiere a quanto richiesto fanno si che in Grecia si faccia tutto i possibile per riportare il Paese al pari degli altri paesi europei. Non mancano però le tensioni sociali e le opposizioni anche violente, come ad esempio l’esplosione di ordigni nelle vicinanze del Parlamento greco ad Atene.