Sito archeologico Delfi
Nei tempi passati, Delfi era considerato l’ombelico del mondo così come la leggenda narra fosse stato segnalato da due aquile inviate da Zeus a cercare appunto il centro del mondo. Qui fu istituito l’Oracolo più famoso dell’antichità: il Santuario di Delfi che è stato infatti per secoli il centro culturale e religioso e il simbolo del mondo ellenico.
Questo angolo formato dalle rocce gemelle del Phaedriades è stato sempre usato come luogo di culto e la sua storia sembra risalire al periodo del neolitico quando alcuni rituali avevano luogo in una grotta sulla fiancata del monte. Nel VIII secolo a.C., in età micenea, Delfi era un rinomato centro di culto, ma è solo con l’istituzione del culto di Apollo e dell’oracolo che Delfi fu definitivamente consacrato a luogo sacro.
In un primo momento qui furono costruiti due templi di pietra dedicati rispettivamente ad Apollo e ad Atena, ma secondo le testimonianze letterarie e archeologiche altre divinità erano venerate nel santuario - ad esempio Artemide, Poseidone, Dioniso, Hermes.
Ben presto il saltuario divenne anche un luogo di interesse politico diventando il centro amministrativo della Lega Anfizionico, un'associazione di dodici tribù della Tessaglia e della Grecia continentale e meridionale. Nel tempo iniziò a diffondersi l’abitudine di consultare l’oracolo e la popolazione esprimeva la propria gratitudine con ingenti doni (soprattutto in denaro e beni preziosi) e diffondendo la sua fama. Infatti, numerosi re consultavano l’oracolo periodicamente e il tesoro custodito nel santuario aumentava notevolmente.
L’arrivo dei Bizantini in Grecia interruppe l’attività dell’oracolo di Delfi: nel 394 a.C., infatti, l’imperatore Teodosio abolì l’oracolo e con l’avvento del cristianesimo venne trasformato in una sede vescovile che fu poi abbandonata nel VI-VII secolo d.C.
Attualmente il complesso degli scavi si snoda lungo la Via Sacra che risale il pendio del monte Parnaso. Lungo questa strada sono visibili soprattutto i resti delle tombe e di simulacri costruiti in età romana. Le prime testimonianze dello splendore dell’oracolo al tempo dei Greci sono i “thesauroi” votivi lasciati dalle città greche o da individui facoltosi in occasione di eventi socio-politici, o semplicemente per esprimere gratitudine al Dio e il suo oracolo. Questi lasciti sono in bronzo e argento, materiali lussuosi e addirittura gruppi di sculture in bronzo o in marmo.
Percorrendo ancora la Via Sacra si incontra la parte centrale del sito archeologico, ovvero il tempio di Apollo circondato da un recinto con un ampio cancello d’ingresso. Ad oggi gli cavi hanno portato alla luce solo una cella centrale divisa in tre navate da due colonnati di otto colonne ioniche ciascuno. Sul frontone ci sono delle sculture di marmo che furono realizzate dagli scultori ateniesi Praxias e Androstene. Il lato orientale del tempio presenta invece raffigurazioni di Apollo e delle muse, mente sul lato opposti Dioniso e le Menadi occupano il fregio principale.
Il muro intorno al tempio di Apollo si caratterizza per una particolare forma poligonale e definisce l'area del Halos, o aia, a nord-ovest. La cinta muraria, che presenta blocchi irregolari di pietra incastrati con giunti curvi, è stata costruita nella seconda metà del VI secolo a.C., probabilmente dopo la distruzione del primo tempio nel 548 a.C.
Poco si sa della disposizione degli interni del tempio; gli scrittori antichi ricordano che le pareti del pronao erano decorate con aforismi dei sette saggi e filosofi, come il celebre “Conosci te stesso” di Socrate che incita a trovare la verità dentro di sé anziché nel mondo delle apparenze.
Il tempio è stato parzialmente restaurato e gran parte delle sculture, dei reperti e dei ritrovamenti del tempio sono conservate nel Museo Archeologico di Delfi.
Un’altra zona molto interessante del sito archeologico di Delfi è quella del teatro, uno dei pochi teatri in Grecia di cui si conosce con esattezza la data di costruzione, cioè il IV secolo a.C. In origine nel teatro venivano organizzati concorsi canori e musicali e altre feste religiose in occasione dei giochi di Pinzia, una specie di Olimpiade di Delfi. Il teatro ha una capienza di cinquemila spettatori e la parte destinata ai musicisti è a forma di ferro di cavallo. La pavimentazione del teatro e i parapetti sono stati rifatti però in epoca romana; inoltre la facciata principale del teatro riporta un fregio in rilievo raffigurante le fatiche di Ercole. Purtroppo oggi il teatro è un cattive condizioni, nonostante i numerosi interventi di restauro: la cavea si è quasi colmata, c’è molto calcare e la pietra è in una fase di deterioramento.
Il sito archeologico di Delfi comprende anche un santuario dedicato ad Atene, degli edifici destinati alle attività sportive e un tempio che comprende gli altari di Zeus Polieus, Athena Ergane, Athena Zosteria, Eileithyia e Igea, i resti di due edifici dedicati al culto degli eroi locali. C’è poi uno stadio destinato alle tante manifestazioni sportive che i Greci organizzavano.
È possibile visitare il sito archeologico di Delfi quasi tutti i giorni, tranne i giorni festivi a livello internazionale e altre date di festa nazionale in Grecia.
Il biglietto d’ingresso in linea di massima costa 6 euro l’intero e 3 euro il ridotto, ma sono previste anche agevolazioni e ingressi gratis per particolari categorie (ad esempio giornalisti o studenti universitari) o in giornate dell’anno come il 5 giugno la giornata internazionale dell’ambiente o il 18 aprile che è la giornata internazionale dei monumenti.
