Sito archeologico Epidauro

Epidauro è una piccola città greca dell'Argolide, prefettura della Grecia meridionale, situata nel Peloponneso. Per le tante testimonianze storiche dell’età classica, la città è inserita nell'elenco dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO dal 1988.
Paesaggi mozzafiato e una rigogliosa vegetazione ospitano alcune delle più belle testimonianze archeologiche finora conservate. Tra queste ci sono il santuario dedicato ad Asclepio e il teatro ancora oggi utilizzato per accogliere manifestazioni teatrali e spettacoli musicali.

Le attrattive principali del sito:

Il santuario di Asclepio è il centro del culto a questa divinità in epoca ellenica. Asclepio è un personaggio della mitologia greca, figlio di Apollo e di Arsinoe secondo Esiodo, mentre è figlio di Apollo e Coronide per Pindaro. Asclepio era una divinità salutare del pantheon greco e si dice che fu guariva i fedeli che si recavano in pellegrinaggio ad Epidauro durante le feste organizzate in suo onore. Dai ritrovamenti del santuario, pare che le guarigioni avvenivano nell’ “Abaton” che si trovava al centro della costruzione insieme agli altri edifici religiosi.

L’Abaton è una sala molto grande, formata da un portico a due piani con due ali simmetriche, la facciata orientale risale al IV secolo a.C. ed è composta da due colonnati di ordine ionico sovrapposti, mentre la facciata ad ovest è caratterizzata da un colonnato di ordine dorico nel piano inferiore e un colonnato di ordine ionico in quello superiore.
Dopo l’ingresso dell’Abaton si apre una grande sala dove, secondo la leggenda, dormivano i pellegrini a cui di notte appariva in sonno Asclepio e suggeriva loro come guarire e per questo era detta “sala del sonno sacro”. Tutte le guarigioni della divinità greca erano scritte su delle tavolette di argilla, disposte poi sulla parete della stanza a testimonianza della potenza di Asclepio.

Per il grande numero di pellegrini che giungevano a Epidauro, accanto all’Abaton fu costruito il cosiddetto “Katagogion” che accoglieva i forestieri. Questo secondo edificio ha pianta quadrata suddiviso in quattro stanze più piccole con un cortile ed ospitavano le “klinai” sulle quali venivano consumati i pasti dai pellegrini che poi dormivano per terra oppure nelle tende disposte fuori dal recinto del santuario – i pellegrini erano infatti troppi per stare tutti all’interno del Katagogion e dell’Abaton.

Il sito archeologico di Epidauro consta anche del bellissimo teatro greco ancora in auge che viene considerato il simbolo della teatralità. Il teatro è stato costruito nel 340 a.C. su progetto dell’architetto Policleto di Argo. Ha un’orchestra di venti metri di diametro ed è per due terzi avvolta dalle gradinate in pietra che servivano (e servono) ad accogliere gli spettatori – erano previsti oltre 14.000 posti a sedere. Le attente dimensioni dello spazio scenico, calcolate davvero in modo preciso, e la curvatura perfetta delle gradinate (che tecnicamente vengono dette cavea) permettono di avere un’acustica perfetta,a amplificando ogni minima emissione sonora. In origine il teatro era adibito ad ospitare le famose tragedie greche.

Nel corso dei secoli il teatro si è conservato quasi intatto nei suoi elementi essenziali e solo nel 1954 si decide di intervenire con piccole opere di restauro. Nel 1960 fu inaugurato e per la prima volta venne messa in scena un’opera lirica, la “Norma” dell’italiano Vincenzo Bellini che vide Maria Callas come protagonista.
Oltre al santuario di Asclepio e al teatro, il sito archeologico presenta anche le “Tholos” un elegante edificio circolare che secondo gli archeologi fu costruito nella seconda metà del IV secolo. Forse era la tomba di una divinità di cui restano però solo le fondamenta, parte di un labirinto sottostante e parti architettoniche che sono fatti risalire all’architetto Policleto il Giovane.

Adiacente al Tholos c’era il portico per la veglia degli ammalati che aspettano di essere “miracolati” da Asclepio, dei templi minori e doni votivi di vario genere. Gli scavi hanno messo in luce la presenza di uno stadio e un ippodromo che ospitava i giochi “Asclepieia” che si svolgevano ogni quattro anni, un ginnasio e un edificio termale di età romana.
Tra il 1902 e il 1909 venne costruito il Museo Archeologico di Epidauro con lo scopo di ospitare i tanti reperti recuperati dagli scavi archeologici della zona, sculture e statue davvero di grande valore storico-artistico.

Il museo, ampliato intorno al 1970, ospita una serie di iscrizioni e inni su tavolette di argilla, steli dove sono incisi i racconti delle guarigioni miracolose di Asclepio, ricostruzioni in gesso della trabeazione, delle colonne doriche, varie parti architettoniche del santuario di Asclepio e del Tholos.
Il museo è aperto tutti i giorni, tranne il 25 e il 26 dicembre e il primo gennaio. Il biglietto d’ingresso include sia la vista al museo che al sito archeologico e costa 6 euro l’interno, e 3 Euro il biglietto ridotto.