Popolazione greca
In questi ultimi anni la Grecia sta affrontando il problema dell’invecchiamento della popolazione: solo il 15% della popolazione è sotto i 14 anni di età, mentre il 68% è compreso nella fascia che va dai 15 ai 64 anni.
La popolazione greca è formata per il 98% da greci e la restante parte da minoranze turche, armene, albanesi e valacche frutto delle vicende storiche.
Tradizionalmente la Grecia è stata una terra di emigrazione verso l’America settentrionale, Australia e l’Europa del Nord. Una fase di ripopolamento del territorio si è registrata, però, a partire dalla metà degli anni Settanta con il rimpatrio degli emigrati e con un flusso costante di immigrati provenienti dal Sud-Est asiatico e dall’Europa centrale e di rifugiati della ex-Iugoslavia.
In linea con i dati degli altri paesi europei, dopo un periodo di stasi, la popolazione greca è in crescita grazie proprio a questi flussi migratori che in Grecia sono iniziati già negli anni novanta: albanesi, bulgari, pakistani, bangladesi, iracheni e afgani soprattutto per la richiesta di asilo politico. Secondo il censimento svolto dal Servizio Nazionale di Statistica nel 2001e un rapporto pubblicato dal “Hellenic Migration Policy Insitute”, gli stranieri regolarmente residenti in Grecia nel 2001 erano 797.091, pari al 7.3% della popolazione totale.
I flussi migratori hanno determinato anche un cambiamento a livello linguistico. Sebbene oltre il 90% della popolazione greca parli quasi esclusivamente il greco, hanno iniziato ad affermarsi minoranze linguistiche e nei centri urbani più grandi, come avviene nella maggiori città del mondo, si stanno creando dei “quartieri etnici” veri e propri. Ci sono alcune zone della Grecia, dove la lingua greca convive quotidianamente con il turco (nella Tracia orientale), con la di lingua arumena, collegata al romeno e al macedone, con il bulgaro e il romanì (lingua parlata dai Rom e dai Sinti). Le zone di confine sono quelle più soggette al bilinguismo a causa della posizione geografica; ad esempio nel nord del Paese, al confine con l'Ex Repubblica Jugoslava di Macedonia si parlano alcuni tipi di dialetti slavo-macedoni.
Un altro cambiamento causato dalle diverse minoranze etniche entrate a far parte della popolazione greca riguarda la religione. La religione più diffusa è quella cristiana ortodossa che fa capo alla Chiesa di Grecia, in virtù dell’antichissima tradizione che ha le sue origini nell’Impero Bizantino. Il 97 % della popolazione si dichiara cristiano ortodosso, ma esistono anche altre due religioni dominanti: quella mussulmana (osservata da circa 90.000 fedeli che sono in prevalenza turchi e immigrati da Stati islamici come il Pakistan e il Bangladesh) e la minoranza cattolica (circa 50.000 fedeli praticata soprattutto dagli immigrati provenienti dalle Filippine).
Altre minoranze religiose presenti nella società greca sono i protestanti, i pentecostali, gli ebrei, mormoni, liberi metodisti, testimoni di Geova, avvenisti del settimo giorno e una piccola comunità di neopagani dodecateisti.
La distribuzione della popolazione in Grecia è stata sempre condizionata dalla morfologia del territorio e dalla presenza delle isole e questo da determinato la formazione di gruppi umani che restavano isolati rispetto ai più corposi insediamenti delle coste. La forma di insediamento tipica era il villaggio di montagna o in generale centri urbani di piccole dimensioni che sono stati modificati dalla costruzione delle infrastrutture e dallo sviluppo delle vie di comunicazione. Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, infatti, in Grecia si è avuto un processo di urbanizzazione che ha implicato lo spostamento delle persone dalla campagna verso la città.
Alla fine del XX secolo la popolazione urbana rappresentava il 61% di quella complessiva, quasi 7 milioni di abitanti sul totale. Approssimativamente si contano 13000 insediamenti, la maggior parte dei quali però molto piccoli: in effetti, sono solo 157 le città con una popolazione superiore ai 5000 abitanti, appena 71 con più di 10 000, 13 città hanno più di 50000 e soltanto 7 (inclusa la capitale Atene) conta più di 100000 abitanti.
In generale i Greci sono un popolo molto compatto e conscio del grande valore storico e culturale della propria terra. Proprio in virtù del rispetto delle tradizioni, la famiglia rappresenta il primo luogo dove queste vanno rispettate e tramandate. Il modello, che stava alla base della famiglia greca fino al decennio scorso, è quello della famiglia patriarcale per cui all’uomo di casa competevano tutte le decisioni e questo ruolo di “patriarca” - ovvero “fondatore, guida” - viene tramandato di padre in figlio. Negli ultimi anni però la situazione sta cambiando, dando maggiore spazio alle donne, lasciandoli maggior potere decisionale sia in casa che nella società.
Anche a livello economico la famiglia ha un notevole peso e, ad esempio, rappresenta il miglior e maggior cliente per la maggior parte delle aziende. Non è un caso che ancora oggi, molti greci considerano il matrimonio come un mezzo per poter creare alleanze economiche e non è un caso che molte volte le nozze sono ancora organizzate dalle famiglie.
