Musica

La Grecia ha un’antichissima tradizione musicale che si fa discendere direttamente dagli dei e dalle dee. Non a caso la maggior parte delle nove muse, rappresentanti supreme dell'Arte, di cui erano anche patrone, era accompagnata e associata a strumenti musicali.
Inoltre molti termini musicali attualmente in uso derivano dalla lingua greca: armonia, melodia, aria, coro, orchestra, cromatica, scena, lirica, inno, salmo, ritmo.
Purtroppo però le testimonianze circa la musica, gli strumenti usati sono davvero poche; la sua importanza è testimoniata da affreschi, decorazioni su terracotta, fregi e nei racconti di poeti e filosofi. I greci non trascurarono la produzione musicale, è solo che non me hanno lasciata traccia per iscritto anche perché apparteneva a quel folto gruppo di tradizioni tramandate oralmente.

Va sottolineato che la musica aveva un ruolo importante nell’educazione dei giovani, soprattutto perché essa rappresentava precisi momenti della vita individuale e sociale. La musica, infatti, non poteva essere suonata o ascoltata sempre per le sue presunte doti incantatrici e ammalianti. Questo pensiero era molto diffuso durante il periodo arcaico, dalle origini fino al VI sec. a.C.

Antiche leggende testimoniano il potere che veniva attribuito alla musica: si narra che Orfeo trascinava i sassi, le piante e le belve con il suo canto; Anfione invece costruì le mura di Tebe a suon di musica; Arione cantando attirò i delfini che la salvarono dai pirati.
Inizialmente, la musica aveva due aspetti: la musica nazionale, serena e semplice, caratterizzata dal suono della lira, e quella esotica, denominata musica dionisiaca dal suono del flauto, inneggiante l'ebbrezza, l'esaltazione passionale ed orgiastica.

Questi due tipi di musica si accompagnavano con strumenti musicali diversi. All’aulos, strumento a fiato ad ancia, sacro al culto di Dioniso e inneggiante alla musica festosa e spensierata, si contrappone la più celebre cetra, strumento sacro ad Apollo e simbolo della musica razionale ed impegnata. La cetra o lira era formata da una cassa di risonanza dalle cui estremità salivano due bracci collegati in alto da un giogo. Tra la cassa e il giogo erano tese le corde che pizzicate con le dita o un plettro d’avorio produceva una dolce musica che accompagnava i poeti nel raccontare le leggende degli dei e degli eroi.
Gli altri strumenti usati nel periodo classico erano la siringa, simile al flauto dolce, il flauto di Pan, formato da 7 canne disposte una vicina all'altra e di altezza degradante, la salpinx o tromba, i tamburi, i cimbali (gli attuali piatti), i sistri e i crotali.

Secondo la conoscenza comune greca, a Pitagora è attribuita la scoperta dei rapporti acustici tra i diversi suoni su cui egli costruì una scala musicale a sette suoni che era in uso fino al medioevo.
Quando la musica iniziò a svilupparsi in parallelo con la poesia, ne seguì anche la metrica e l’andamento lirico. Già Omero era rappresentato come cantore cieco che si accompagnava con la cetra, e spesso i poeti erano degli abili musicisti: le loro parole venivano direttamente dal cuore e d erano ispirati dagli dei. A questo si aggiunse la danza, come arte che interpretava con i gesti le parole poetiche e le note musicali. Ad un certo punto musica, poesia e danza si fusero in un solo complesso, dando vita al teatro e al genere della tragedia.

La musica giocava nel teatro un ruolo importantissimo, tanto che i teatri erano costruiti sulle colline per una perfetta acustica, erano a forma di conchiglia e la cavea aveva proporzioni perfette rispetto alla platea degli spettatori. L’amplificazione del suono raggiungeva livelli incredibili, perfetti tanto da averla conservata fino ai nostri giorni – esempi ne sono il Teatro di Dioniso ad Atene dove i padri della tragedia greca Eschilo, Sofocle ed Euripide rappresentavano abitualmente le loro tragedie, il Teatro greco di Siracusa, il Teatro di Epidauro.

Se la musica greca classica gode di fama a livello internazionale, la musica greca moderna è meno conosciuta e non spiccano cantanti e musicisti di particolare rilievo.
Nella storia della musica greca si distinguono quattro grandi famiglie o tendenze nel campo che hanno caratterizzato la terra ellenica negli ultimi due secoli: la musica popolare “rurale” detta Dimotika, la musica popolare “urbana” a cui appartenerono i generi detti Rembetiko, Laikò, Entechno, il Tsifteteli (che si caratterizza per ritmi e melodie decisamente orientali, turche e del mondo arabo, è accattivante e sensuale) e poi il genera Laika moderna che lascia lo spazio agli stili rock, pop e dance.
Tra gli artisti greci moderni, ben poco conosciuti sono Anna Vissi, Despina Vandi, Antonis Remos e gli altri che in Greci godono di una popolarità incredibile.