Skopelos
In greco, Skopelos significa “roccioso” ed è molto identificativo dell’isola anche se presenta zone fertili e ricche di vegetazione.
Non si sa molto della storia di questa isola del Mar Egeo. Pare fosse abitata già nell’antichità, ma non si conoscono chi erano o da dove provenivano queste prime popolazioni che precedettero anche i Cretesi nell'epoca minoica.
Secondo alcuni miti locali, il principe Stafylos figlio di Ariadne e di Theseus - o del dio Dioniso - è sbarcato a Skopelos e vi si è stabilito con la sua gente. Sulla baia dove si suppone che Stafilos arrivò, sono stati ritrovati reperti preziosi di una tomba (si crede che sia appunto quella di Stafilos): oggetti d’oro, uno scettro d’oro e l’impugnatura di una spada. Reperti che sono tutti conservati presso il Museo Archeologico di Atene.
Si dice anche che Stafilo avesse introdotto la coltura dell’uva – stafilos vuol dire appunto uva ed è la coltivazione principale dell’isola.
Come le isole vicine, Skopelos è stata dominata dagli ateniesi, dagli spartani e dai macedoni. Al pari delle altre isola Sporadi, sotto la dominazione macedone, per paura della conquista romana, l’isola fu rasa al suo e privata delle sue ricchezza. Ma questo servì a poco visto che i romani la conquistarono ugualmente rendendola una colonia abbastanza libera e fiorente.
Nel XIII secolo sull’isola arrivarono i Veneziani che la occuparono per tre secoli, fino alla conquista da parte dei Turchi. Costantemente l’isola subiva attacchi dei pirati che scorazzavano nel Mar Mediterraneo e saccheggiavano le terre che prendevano d’assalto. In queste occasioni, molto importanti furono le chiese ei monasteri che nel tempo erano stati costruiti sull’isola, in quanto servirono da riparo per la maggior parte della popolazione.
Il capoluogo dell’isola è l’omonima città di Skopelos: molto graziosa e adagiata ad anfiteatro sulla costa, con le sue stradine bianche, le bougainvillee e i tanti fiori che spiccano nel paesaggio. Una lunga scalinata parte dal porto e conduce fino alla vecchia fortezza e lungo il percorso si ammirano molte piccole chiese e testimonianze della storia della città. Il Museo Folcloristico, ad esempio, é ospitato in un edificio di tre piani ed espone vari manufatti di artigianato di Skopelos (ricami, tessitura e opere d’artigianato come ceramiche, coltelli, legno inciso e utensili agricoli) risalenti agli ultimi anni del XIX e XX secolo.
Su tutta l’isola di Skopelos ci sono 360 chiese, un numero davvero incredibile. Secondo una tradizione popolare nel 1921, durante una catastrofe in Asia Minore, la popolazione greca in Turchia ha gettato le icone in mare per salvarle dagli oppressori; le immagini sacre sarebbero quindi state trasportate dalla corrente del Mar Egeo fino a Skopelos e per ogni icona trovata è stata costruita una chiesa.
Un’altra teoria invece dice che la loro costruzione è una strategia difensiva della popolazione contro i pirati; pare infatti che, anche se assassini e ladri, rispettavano molto i luoghi sacri e di conseguenza sull’isola sono state costruite molte chiese sono state costruite in modo che la gente avrebbe potuto trovare un rifugio ogni volta che l'isola veniva attaccata.
Skopelos ha delle spiagge belle e delle insenature rocciose e spettacolari che si affacciano sulle acque cristalline del mare. Tutte le spiagge di quest’isola sono organizzate e veramenante belle. Le spiagge di Skopelos sono quelle di: Stafili, Perivoli, Chondrogiorgis, Aghios Ioannis, Glistra, Katakalou, Kosta, Dafni, Aghia Barbara, Koutria, Mourtia, Vothana, Mavraki, Chovolo, Megalo Afenti, Kalives, Armenopetra, Linarakia, Kaminia, Kastani, Lemos, Meki, Velanio, Agnonta, Limnonari, Panormo, Antrines, Milia. Verso la parte nord dell’islola si trovano le spiagge di Glifoneri, Vathia e Glisteri.
La maggior parte di queste spiagge si trovano nella sulla costa ovest e sud ovest di Skopelos.
