Citera
L’isola ha una superficie di 278 chilometri quadrati e conta all’incirca 3300 abitanti. La punta più alta dell’isola raggiunge 507 metri d’altezza e presenta terreni molto fertili che consento di coltivare cereali, vite, ulivo e fichi. Accanto all’agricoltura altra fonte di guadagno per Citera è la pesca, attività di antichissima tradizione. Il turismo è diventato negli ultimi anni un’importante tassello dell’economia locale.
I prodotti tipici dell’isola sono miele del timo, prodotto soprattutto da poche cooperative agricole e pertanto il suo prezzo è piuttosto elevato, l’olio d’oliva, il vino, formaggio, pani abbrustoliti, ma anche erbe aromatiche, mandorle, pere in varie varietà e altri frutti.
Secondo la mitologia, nell'antichità classica Citera fu sede del culto di Afrodite (Venere per i Romani), che secondo la leggenda sarebbe nata dalle spume del mare che circonda l'isola. Per questo l’isola è conosciuta anche come “l’isola di Venere”, mentre alla dea è attribuito l’appellativo “citerea”.
Citera è stata sempre abitata fin dall’epoca neolitica. I Mionoici poi conquistarono l’isola così come testimoniato dal ritrovamento di un tempio, vasi, oggetti vari e figurine cupree. Occupata e contesa da Ateniesi e Spartani, Citera fu dominata dai Macedoni e dai Romani.
L’isola appartenne poi per sei secoli all’impero bizantino che ha lasciato numerose chiese e monumenti sul territorio. Seguirono poi i Veneziani e contemporaneamente l’isola era minacciata dai pirati che spesso vi facevano incursione, saccheggiando e derubando i villaggi lungo la costa.
Nel 1715 i Turchi ottengono il governo di Citera, però ci rimangono solo tre anni e riconquistata dai veneziani, l’isola godrà di un periodo di prosperità e sviluppo fino al 1797 quando fu occupata dai Francesi. Dopo una breve parentesi di dominazione russa e poi turca, nel 1815 Citera aderisce all’Eptanasia, uno stato di sette isole con capitale Corfù. Nel 1917 Citera ha avuto una forma autonoma di governo per qualche anno e poi fu annessa alla Grecia.
L'isola, che presenta una fisionomia molto particolare: è incantevole per le sue bellezze naturali, unite ai villaggi pittoreschi, ai monumenti bizantini, alle fortezze veneziane, ai monasteri e alle chiese di campagna. La ricca eredità culturale di Citera è dovuta al fatto che nei secoli molte e diverse popolazioni sono passate dall’ isola. I monumenti testimoniano che la storia e l’ architettura dell'isola sono state influenzate dall’architettura dei Veneziani, dei Cretesi e di altri popoli del Mediterraneo.
I principali centri di Citera sono Karavas, Potamós, Logothetiánika, Metáta, Frátsia e l’omonimo capoluogo Cítera. Questa città si trova nella parte meridionale dell’isola e ha un grande fascino, sia per la bellezza del paesaggio e della costa, che per la disposizione del tessuto urbano dominato dal castello veneziano. È una cittadina molto turistica, con una movimentata vita notturna grazie al buon numero di ristoranti, locali e caffè presenti.
Paleochora è un bellissimo villaggio, anticamente chiamato Agios Dimitrios, che si trova nella parte nord-orientale dell'isola. È un insediamento conquistato dal pirata Barbarossa nel 1537 che deportò i suoi abitanti, abbandonando la zona che è giunta intatta fino ai nostri giorni. È un villaggio affascinante, dove il tempo si è fermato, scortato da un profondo burrone e impreziosito da chiese bizantine che, ancora oggi, presentano al’interno bellissimi affreschi.
Un altro bel villaggio è quello di Mylopotamos, che è formati da tre distinti insediamenti medievali - Kato Hora, Limionas e Agia Sophia – conservati quasi immutati nel tempo. Sono dominati da un’imponente fortezza veneziana. Nei pressi di Agia Sophia si trova una caverna molto particolare che conserva una splendida iconostasi e vari affreschi.
