Corfù

Corfù è un’isola della Grecia situata nel Mar Ionio, separata dalla terra ferma da uno stretto che raggiunge ampiezza massima di venticinque chilometri.
Kerkyra è al capitale e accoglie una grande parte degli oltre centodiecimila abitanti dell’isola.
Corfù è diventata una delle mete turistiche più gettonate d’Europa, sia per la sua posizione geografica che per il clima mite e le bellezze naturali che la caratterizzano: l’azzurro dell’acqua s’intreccia con il verde delle colline creando un gioco cromatico mozzafiato, le spiagge sono sia di sabbia che di ciottoli, il mare è calmo e adatto per ogni tipo di attività marine.

Il turismo è la principale fonte di reddito per gli abitanti dell’isola, seguito dall’agricoltura favorita dal terreno molto ricco e al clima caldo umido. Si producono olive, frutta, spezie e vino. Molto praticata e redditizia è la pesca, così come le attività artigianali.
L’isola di Corfù è stata citata per la prima volta in Omero e una diffusa tradizione identifica l’isola come l’ultima tappa del viaggio di Ulisse, la terra dei Feaci.
Tappa obbligata delle rotte commerciali praticate dai mercati della Magna Grecia e dell'Adriatico, l’isola era fiorente già in età arcaica e classica. Nel 734 a. C. circa, divenne colonia di Corinto crescendo in potenza ed entrando quindi in competizione con la madrepatria.

Importante punto di appoggio per l'espansione normanna in Oriente (dal 1081 al 1147), fu conquistata da Bisanzio e venne più volte attaccata dalle Repubbliche marinare italiane, passando successivamente in mano ai Genovesi e poi ai Veneziani che hanno dominato l'isola a partire dal 1386 fino al 1797. In questi anni i Veneziani hanno respinto i ripetuti attacchi turchi e dei pirati, e la resero una fiorente base commerciale.
Dopo una breve parentesi francese e russo-turca, nel 1814 Corfù passò sotto il protettorato inglese con le altre isole Ionie, fino a che, nel 1864, fu con esse ceduta alla Grecia. Durante la Prima Guerra Mondiale, l’isola fu base navale degli Alleati.

Nel XX secolo gli italiani occuparono l’isola diverse volte: nel 1923 come garanzia per le riparazioni chieste dall'Italia alla Grecia e nel 1941 dopo massacro della missione Tellini durante la II guerra mondiale. Corfù fu liberata nel 1944.
Corfù è un’isola mai monotona, sia nel paesaggio che nell’offerta culturale e artistica. Qui, ad esempio, c’è il palazzo d'Achille unico monumento in Europa nel suo genere e di alta estetica.

Poi anche lo stesso capoluogo dell’isola, l’omonima città di Corfù, ha un centro storico ricco di monumenti ed edifici di grande valore architettonico, le due Fortezze Veneziane, le numerose strutture museali…tutto fornisce testimonianza del passato, della storia e dell’arte di cui Corfù è intrisa. Nella città traspare l’atmosfera e l’influenza dello stile europeo, e veneziano in particolare. Per vedere la bellezza dell’isola bisogna spostarsi nei graziosi e pittoreschi villaggi adagiati sulle colline, i castelli di Gardichi, Cassiopi ed Angelocastro, le case di pietra tra le montagne e il tutto circondato da una natura rigogliosa e affascinante. Numerose chiese e luoghi sacri sono sparsi sul’isola: Agios Spyridon, con il campanile più alto dell’isola, il palazzo dei santi Michele e Giorgio e la chiesa di Vlahernas, la chiesa dedicata alla Vergine Maria del XIII secolo e l’attiguo monastero.

A Corfù ci sono molte spiagge. La più famosa è quella dove approdò Ulisse dopo il naufragio, Paleocastritsa; ci sono poi le spiagge di Sidari, Ermones e Kavos. Agios Georgios è la spiaggia più lunga dell’isola, circa 3km.
L’isola è stata ed è una meta di villeggiatura per sovrani e celebrità – ad esempio la famiglia reale greca trascorre le sue estati qui. Inoltre molte star internazionali e vip passano qui le loro vacanze.
Il santo patrono dell’isola è Spyridon, è conservato in una teca d'argento in una chiesa del XVI secolo. Era un vescovo che visse a Cipro nel terzo secolo d.C. e che la popolazione crede capace di fare miracoli e grazie.
Una delle manifestazioni più caratteristiche dell’isola di Corfù è la settimana santa; ad esempio il giorno del Venerdì Santo gli abitanti hanno l’abitudine di rompere vasi di ceramica gettandoli dai balconi e dalle finestre.