Costantin Costa-Gavras

Costantin Costa-Gavras è uno dei più conosciuti e affermati registi greci.
Nato a Loutra-Iraias il 12 febbraio 1933, vive in questa piccola cittadina della Grecia fino all’età di diciotto anni quando decide di trasferirsi in Francia per studiare lettere presso l’università di Parigi dove otterrà la laurea con il massimo dei voti. Poi decide di studiare cinema presso l' “Istitut des Hautes Etudes Cinématographiques” (IDHEC).
Comincia a lavorare come critico e assistente alla regia al fianco di grandi registi francesi come René Clair e René Clément. La sua carriera dietro la macchina da presa inizia nel 1958 con il cortometraggio “Les rates”.

Costantin inizia ad appassionarsi ai film polizieschi e al genere giallo-politico. A questo filone appartiene il suo primo lungometraggio “Vagone letto per assassini” del 1965, un giallo di elegante fattura, sostenuto da dialoghi vivaci che lasciano presagire la forte personalità stilistica del regista. Nel film recita l’attore francese Yves Montand, uno dei suoi attori preferiti che compare nella maggior parte dei suoi film.

Nel 1966 dirige il film “Il 13° uomo”, la storia di alcuni partigiani parigini e della Seconda Guerra Mondiale in Francia. Con il film “Z - L'orgia del potere” del 1969, Costa- Gravas affronta apertamente la vicenda storica della Dittatura dei colonnelli in Grecia e afferma il suo ruolo di regista profondamente impegnato. Partendo dall’omicidio di un deputato, il regista denuncia la situazione politica in Grecia attraverso la suspense e il ritmo dei film gialli. È un bel film che vince l'Oscar come miglior film straniero.
Già in questi primi film emerge il carattere combattivo di Costa-Gavras, egli infatti, non esita ad affrontare temi politici e di denuncia sociale.

Nei film degli anni Settanta, Costa-Gavras focalizzerà la sua attenzione sullo statalismo dell’est europeo – esempio è il film “La confessione” denuncia i crimini a base di purghe, i processi fasulli, le bugie e gli inganni del comunismo totalitario di Praga – e sul Sudamerica, come racconta il film “L'Amerikano” del 1973 in cui si denuncia l’appoggio degli Stati Uniti ai regimi autoritari dell’Uruguay. Questo film vincerà la Palma d’oro al Festival del Cinema di Cannes.
Nel 1975 il regista torna in Francia e anche qui trova una situazione politica corrotta che gli ispira il film “L'affare della sezione speciale” che analizza i processi del governo di Vichy.
Nei primi anni Ottanta, Costa-Gavras torna invece a parlare del Sudamerica con il film “Missing – Scomparso”, ambientato nel Cile subito dopo il colpo di stato di Pinochet.

Dopo tanti film politicamente impegnati, il regista greco tenta di approcciare al genere dei lungometraggi sentimentali con il film “Chiaro di donna”, una storia complicata di due solitudini che si incontrano e si amano follemente per un'ultima notte. Ma il film non ottiene grande successo e Costa-Gravas iriveste panni di un cineasta civile con i film “Hanna K.” del 1983 (tra il cast c’è anche l’attore italiano Luca Barbareschi) e “Consiglio di famiglia” del 1986 che è un’amara critica alla borghesia del tempo, ipocrita e sfacciata.
Nel 1988 esce il film “Betrayed – Tradita” che affronta il tema del razzismo e delle ingiustizie sociali, e l’anno seguente “Music Box – Prova d'accusa” affronta invece il dramma dell’Olocausto attraverso la storia di un brillante avvocato statunitense che deve assolvere il padre di origini ungherese dall’accusa di nazismo ma poi scopre il coinvolgimento del suo assistito nella persecuzione degli ebrei.

A cinquant’anni dalla sua prima pellicola, Costa-Gavras non è ancora sazio di lavorare e produrre dei film-documentario, dei capolavori per la cinematografia internazionale. Così nel 1997 dirige “Mad City – Assalto alla notizia”, una forte fotografia sulla realtà contemporanea e il ruolo che in essa svolgono i mass media.
Risale al 2000 il film “Amen” che riprende il tema del nazismo ma questa volta è una dura denuncia al silenzio della Chiesa cattolica , di fronte allo sterminio di milioni e milioni di persone.

I suoi più recenti capolavori sono “Cacciatore di teste” del 2005 che parla della competizione a livello lavorativo e sociale e “Verso l'Eden” del 2009 che invece affronta i problema dell’immigrazione clandestina.
Costantin Costa-Gavras è di sicuro uno dei più importanti e prolifici registi contemporaneo. Egli scruta, descrive, osserva e denuncia la società, guarda ogni piccolo fatto in tutta la sua completezza e per questo è spesso stato definito dalla critica un “documentarista mancato”.