Kithnos
L’isola di Kithnos ha una storia antichissima: dai reperti ritrovati pare, infatti, che fosse abitata già 10 mila anni fa durante il periodo del Mesolitico da varie popolazioni: prima dai Cari, poi dai Driopi (il cui capo si chiamava appunto Kithnos) e poi dagli Ioni. Kithnos compare nelle testimonianze degli studiosi antichi poiché era una società ben organizzata e strutturata, così come testimoniato anche dai tanti reperti recuperati. Si è appreso inoltre che già nel 3 mila a.C. gli abitanti erano attivi nell’esportazione dei metalli, soprattutto del ferro, e che le acque curative dell’isola erano conosciute fin dai tempi antichi, attirando i greci dal continenti e delle altre isole vicine che si recavano qui per curarsi dalle varie malattie.
Nel IV secolo a.C. Kithnos fu poi conquistata dai Macedoni, passò poi sotto il controllo dei Romani che usarono l’isola come terra di allontanamento per gli esiliati. Durante questo periodo l’isola fu interessata da continue razzie da parte dei pirati che provocarono una brusca diminuzione della popolazione. Nel periodo medievale Kithnos fu sotto la dominazione dei Franchi, passò poi sotto il controllo dei Veneziani che vi rimasero ben quattrocento anni e che chiamavano “Thermia” per la presenza dell’acqua termale.
Nel XVI secolo arrivarono i Turchi e questo fu un periodo tragico per l’isola, devastata da continue incursioni dei pirati e da alcune epidemie di peste che decimarono la popolazione. Nel 1800 Kithnos fu una delle prime isole greche a ribellarsi all’occupazione turca e fu presto annessa al regno greco, diventando luogo di esilio per i prigionieri politici.
L’isola geologicamente è aspra e rocciosa, quasi priva di vegetazione, e pertanto fin dal XIX secolo le attività principali dei suoi abitanti sono state la pesca e la pastorizia, confinando la coltivazione di vite e olive a piccole radure e ancora oggi c’è la stessa situazione. All’inizio del 1900, però, furono scoperti dei ricchi giacimenti di ferro che iniziarono a rappresentare una fonte di reddito importante fino alla seconda guerra mondiale.
Kithnos non è mai decollata come meta turistica di punta delle isole Cicladi a causa della difficoltà di attracco delle navi dovuta alle acque poco profonde delle sue baie. Conserva quindi un turismo di nicchia che non deturpa il paesaggio e sono per la maggior parte greci.
Oggi Kithnos è famosa soprattutto per essere un’isola all’avanguardia nell’uso delle tecnologie alternative ed è stato il primo centro greco, nel 1993, per la produzione di energia eolica che sfrutta la forza delle brezze marine che quotidianamente “accarezzano” l’isola.
I tetti bianchi delle case, le cupolette rosse dei mulini a vento, le chiesette con le cupole azzurre, spiccano tra il colore secco della roccia, il fucsia acceso delle bouganville e il verde degli olivi e si uniscono al turchese e blu di mare e cielo creando uno spettacolo suggestivo e sorprendente. Kithnos ha due villaggi principali - il capoluogo omonimo (Kithnos) e il paesino Dryopida - che ospitano la maggior parte della popolazione che oggi ammonta a poco più di mille e cinquecento abitanti.
La Chora (la capitale) è molto pittoresca con stradine strette che profumano di timo e tamerici, luminose per il bianco delle case e rallegrate dai fiori colorati dei balconi. Tra i monumenti della cittadina ci sono numerose chiese, usate sia dai cattolici che dagli ortodossi; c’è la chiesa di Agia Triada che è la più antica e risale al XVI sec, la chiesa di Agios Prodromos, la chiesa di Metamorfosis, quella di Agios Panteleimonas e la chiesa di Ioannis. Non lontano dalla Chora c’è inoltre il famoso centro termale di Loutra le cui acqua calde attirano i visitatori soprattutto in primavera ed estate.
Su tutta l’isola è possibile ammirare un sacco di chiese e monasteri con dei particolari di notevole interesse storico e artistico. Ad esempio la chiesa di Ai Minas nel villaggio di Dryopida, oppure il monastero di Panayia Kanala (Nostra Signora dei canali), in una splendida posizione sulla baia naturale di Kanala.
Kithnos presenta ovviamente delle bellissime spiagge dorate, racchiuse in insenature rocciose dove il mare è sempre calmo e conserva il caratteristico colore “blu trasparente”. C’è la spiaggia di Iontra, le spiagge di Ayia Irini e Schinari vicino Loutra, e tante altre piccole spiaggette poco frequentate e raggiungibili solo a piedi.
Kithnos non ha un aeroporto e quindi per raggiungerla è necessario prendere un traghetto giornaliero che partono dai porti di Pireo o di Lavrio e che impiegano circa tre ore per raggiungere l’isoletta.