Tinos
Ogni anno migliaia di pellegrini greci si recano sull’isola per visitare la chiesa della Vergine Maria, chiedendole una grazia e questo le ha conferito il titolo di “Isola della Madonna”. Il ritrovamento dell'icona venerata, raffigurante l'Annunciazione, avvenne all'inizio del XIX sec. e fu considerato miracoloso: una suora sognò un’icona della Madonna in un punto esatto e dopo ricerche e scavi effettivamente l’icona è stata trovata, così come una sorgente di acqua dolce. Nel 1823 venne quindi costruita la basilica su un’altura vicino al capoluogo dell’isola, dove un tempo sorgeva un tempio dedicato a Dioniso. Uno dei motivi più comuni per i pellegrinaggi qui è la sterilità.
Tinos è un'isola molto bella, con il suo paesaggio verde e montagnoso, con le piccole cappelle e colombaie sparse dappertutto, i villaggi di pescatori autentici. La popolazione vive ancora di agricoltura (il terrene fertile permette di coltivare cereali, vite, ulivo, frutta e verdura), allevamento di bovini e ovini da cui si ricava il latte usato per la produzione di squisiti formaggi tradizionali, e dell’estrazione dei minerali, tra cui il marmo verde è l’elemento di spicco delle esportazioni dell’isola (basti pensare che è stato usato nel Louvre di Parigi e a Buckingham Palace a Londra).
Non ci sono testimonianze certe della storia di Tinos, ma molti studiosi concordano che l’isola fosse già abitata nel II millennio a.C.. Nel X secolo a.C., comunque, arrivarono gli Ioni che occuparono l’isola almeno fino al V secolo quando combatté al fianco degli Ateniesi contro i Persiani ed è diventata membro della Lega di Delo. Tinos sarà poi conquistata dai Macedoni e dai Romani nel secondo secolo a.C.. I continui attacchi da parte dei pirati costringono gli abitanti a rifoggiarsi sulle montagne per difendersi.
Nel 1400 l’isola è stata annessa al ducato veneziano formato con le altre isole Cicladi e che aveva come capitale Naxos; Tinos era un’isola fiorente ed economicamente autonoma meta ambita da molti europei che vi si trasferivano per vivere. Nel 1715 i Turchi conquistarono l’isola fino alla liberazione nel 1830 come per tutti i territori greci.
Uno dei momenti più tragici della storia di Tinos, è l’isolamento durante la seconda guerra mondiale che decimò la popolazione per la carenza di viveri.
Vi sono alcune leggende legate all’isola di Tinos e alla sua storia. Una di esse racconta che l’isola in origine di chiamava “Ofioussa” ovvero “isola dei serpenti” perché questo rettile abbondava sul territorio; Poseidone avrebbe così scacciato i serpenti e per questo divenne un dio tanto caro agli abitanti di Tinos.
È una bella isola, con molti piccoli villaggi: Moundatos, Ktikados, Hadzirados, Kardiani, Volaka, Isternia, Kambo, Steni e Pyrgo. Oltre al santuario della Vergine Maria, Tinos offre altri siti di grande bellezza e valenza spirituale come il monastero di Agia Triada nella parte meridionale dell’isola e il monastero di suore Kechrovouni costruito nell’undicesimo secolo
Le cose interessanti da vedere sull’isola sono la caverna di Gastrion fuori di Kionia affascinante luogo dove sono state ritrovate iscrizioni antiche e i resti antichi di un tempio dedicato a Dioniso e anche i resti delle terme romane.
Pyrgos è uno dei villaggi di montagna più belli, è grande ed è considerato il villaggio più pittoresco di tutte le isole Cicladi: le case si incastrano sulla roccia, l’azzurro del mare si specchia nelle candide facciate delle case, vicoli tortuosi e profumi di aromi e spezie che caratterizzano l’aria.
Tra le spiagge più famose e frequentate dell’isola ci sono Agios Romanos, Agios Sostis, Agio Markos e Agios Ioannis, le spiagge di Stavros, Aghios Markos e Kionia, Aghios Sostis, Aghia Thalassa, Kavalourkos, Santa Margerita(la spiaggia degli angeli), Lichnaftia, Apothikes, Aghios Romanos, Aghios Fokas, Aghios Giannis Porto, e Pachia Ammos.Tutte sono caratterizzate dalla sabbia fina e dorata e dal mare cristallino…c’è solo l’imbarazzo della scelta!
