Il vino greco

Euripide scriveva "Il vino, antidoto di ogni dolore, venne donato ai mortali: senza vino l'amore non vive ed ogni altra gioia muore". Questa frase riassume l’importanza che il vino ha da sempre avuto nella società greca.
Nella Grecia classica il vino era conosciuta come la “bevanda di Dioniso”, che era proprio il dio del vino colui che rivelò agli uomini i segreti della produzione della bevanda. Il culto di questa divinità prevedeva di bere vino e in suo onore si celebravano le cosiddette “Orge Dionisiache”, delle vere e proprie feste dedicate al vino in cui i commensali riuniti bevevano il vino diluito con acqua.
Il vino era il protagonista dei simposi, uno degli eventi sociali principali nella Grecia classica; simposio vuol dire “bere insieme” e appunto gli uomini si riunivano in una stanza sdraiati su dei sofà e bevevano vino. Ai simposi partecipavano solo gli uomini e non era raro che i partecipanti si ubriacassero in conseguenza a vere e proprie sfide sulla resistenza e la capacità di bere.
I Greci svilupparono nel tempo efficaci tecniche di viticoltura che furono poi introdotte anche nei paesi da essi colonizzati, soprattutto nella Magna Grecia dove clima e suolo permettevano la coltivazione della vite e la produzione di vino.
Anche il commercio del vino rappresentava un aspetto importante per la Grecia e, reperti archeologici scoperti nei vari paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente, testimoniano che il vino era una preziosa merce di scambio per i popoli ellenici.
Durante il Medioevo la produzione di vino era svolta da privati e dai monasteri, ma durante il periodo bizantino il centro della produzione vinicola si spostò a Costantinopoli. Iniziò quindi una fase di recessione della produzione del vino che continuò anche nel periodo della dominazione veneziana che preferivano commercializzare i propri vini. Dopo la conquista da parte dei Turchi nel XV secolo, l'enologia greca subì un'ulteriore crisi: la produzione del vino fu proibita ai Cristiani, fu anche duramente oppressa dalle tasse che ne scoraggiavano la produzione.
Solo dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale si può parlare di una vera ripresa della produzione dei vini in Grecia. Forte del glorioso passato della bevanda degli dei, il governo greco sta favorendo la coltivazione delle viti e l’enologia, grazie anche all’introduzione di tecnologie moderne e lo studio di enologi competenti.
Grazie a veri e propri trattati di enologia, ma anche alle decorazioni di vasi e coppe, i greci contribuirono alla viticoltura e all’enologia, permettendo di affinare le tecniche di coltivazione, di scoprire le diverse varietà di vite, i contenitori più adatti a contenere il vino, di capire problema dell’ossidazione del vino e di risolverlo con l’aggiunta di una resina (la resina del pino) per poterlo conservare più a lungo.
I greci, inoltre, diedero una prima classificazione dei vini come bianchi, neri o rossi, e mogano. Alcuni scritti dell’epoca classica, evidenziano come i greci ponessero particolare attenzione agli aromi del vino che spesso definivano come “floreali” – si usavano ad esempio rose e violette per dare un gusto diverso alla bevanda. A quei tempi pare si preferisse un vino dolce, derivato anche dalla lavorazione di uve appassite o dall’ebollizione del vino che favoriva l’eliminazione dell’acqua. In Grecia esistevano però anche dei vini prodotti con uve acerbe e con un'acidità pronunciata o anche vini secchi, sia bianchi sia rossi.
La Grecia è uno dei maggiori produttori mondiali di vino; il suolo delle penisola ellenica è particolarmente adatto alla coltivazione della vita, unitamente al clima mediterraneo.
Oggi si coltivano prevalentemente uve autoctone, circa 300 diverse varietà, che spesso vengono miscelate alle “uva internazionali” che comunque ricoprono una minima parte della produzione. Fra le uve bianche le più diffuse sono l'Assyrtiko, Moscophilero, Moscato Bianco, Robola, Roditis e Savatiano. I vitigni rossi principali sono l'Agiorgitiko, Kotsifali, Limnio, Mandelari, Mavrodaphne, Negoska, Stavroto, Krassato e Xynomavro.
Le regioni vinicole più importanti della Grecia sono i distretti vinicoli Naoussa e Goumenissa della Macedonia , la Tessaglia (soprattutto la regione di Rapsani nei pressi del monte Olimpo), l’area di Patrasso nel Peloponneso, le isole dell'Egeo con la maggiore produzione a Santorini e Samos e l'isola di Creta.
Il sistema di qualità dei vini Greci è regolamentato da apposite leggi emanate dal Ministero dell'Agricoltura nel 1971, e aggiornate dalle leggi previste in merito dall’Unione europea di cui la Grecia fa parte.
I vini greci si suddividono in 4 categorie: vino a denominazione d’origine controllata, vino a denominazione d’origine di qualità superiore, vino locale e vino da tavola.