Dominazione romana

Nel 146 a.C. la Grecia divenne un protettorato romano. Due furono le cause principali che determinarono un indebolimento del mondo ellenico e che, quindi, favorirono l’avanzata dei Romani sul territorio.
La prima causa è una forte debolezza interna, le lotte intestine e sociali dovute alla differenza economica e politica che c’era tra le classi benestanti e le classi povere. Alle prime appartengono aristocratici, proprietari terrieri, commercianti, banchieri, artigiani, cittadini ricchi che sperperano il denaro. Sono persone comunque legate allo stato che godevano di diritti e privilegi al contrario della massa dei lavoratori sempre più sfruttati, vessati dai tributi sempre più elevati. Queste tensioni si vennero a creare nelle città-stato della Grecia continentale come nelle diverse aree del regno ellenico. Dappertutto si organizzarono insurrezioni popolari contro l’elite del potere, auspicando di ottenere uno redistribuzione delle terre, la remissione di parte dei debiti e l’abbassamento delle tasse. Purtroppo queste ebbero sempre esito negativo e la maggior parte della ricchezza sociale continua ad essere un privilegio di pochi.

L’altro fattore di debolezza delle terre ellenistiche fu lo stato di divisione e conflitto a livello politico e militare che si venne a creare tra le diverse regioni del regno. Il modo in cui il regno si è formato ha determinato la conservazione dei “difetti endemici” delle Grecia, come l'incapacità a costituire un centro di potere forte, l'ostinazione nell'individualismo e nella competizione e l’istinto verso l'anarchia politica.
Come Filippo II aveva saputo approfittare del caos creato dalle polis, della loro decadenza e indebolimento, così i Romani approfittarono della debolezza degli stati ellenici per sottometterli all’Impero. Più che una brutale conquista di forza, la penetrazione romana nei territori della Grecia fu basata su alleanze e rapporti politici ottimali che poi si trasformavano in dominio militare.

La nascita delle prime colonie romane in Grecia vide la contrapposizione tra due sistemi sociali: mentre il nascente impero romano era coeso, vi era una sorta di alleanza tra la plebe e il patriziato (rispettivamente le classi povere e la nobiltà) e tra le diverse oligarchie degli stati conquistati (ex colonie cartaginesi e della magna Grecia) in funzione imperialista.
Una delle gradni differenze tra il crescente impero romano e il decadente impero ellenico riguarda il piano organizzativo: l’esistenza del “diritto romano”, cioè di un sistema giuridico unico e condiviso da tutti gli strati sociali e da tutti gli stati dell’impero crea un’organizzazione interna efficiente e garantisce uno strumento di controllo portentoso.

Quando nel 146 a.C. la Lega Achea si sciolse e la Grecia divenne un protettorato romano, Roma portò nelle colonie il diritto, le istituzioni politiche ed economiche, l’assetto urbanistico e architettonico che caratterizzava Roma (ponti, strade, anfiteatri, ecc.). La lingua greca venne mantenuta come lingua franca all’interno delle diverse colonie, e la convivenza tra le due lingue determina un’influenza reciproca.
Molti intellettuali greci (Polibio, Dionigi di Alicarnasso, Elio Aristide, Plutarco), si recarono a Roma e ne celebrarono le glorie e vedere una nuova cultura.

A partire dalla seconda metà del I secolo la Grecia e tutti i territori dell’Asia Minore che erano parte dell’impero, iniziarono a cristianizzarsi e in quasi due secoli divennero le regioni più intensamente cristianizzate dell'Impero romano. A questo proposito ricordiamo che san Paolo predicò a Corinto e ad Atene e che il primo importante filosofo cristiano, Origene, pur essendo nato in Egitto, era di lingua e cultura greche.
Nel V secolo d.C., l’Impero romano era quasi al collasso, sottoposto alla decadenza civile e morale e alla pressione delle invasioni barbariche. La Grecia fu quindi invasa e saccheggiata.
Sebbene rimasta all'interno dell'Impero romano d'Oriente, la Grecia assunse una posizione sempre più marginale e si impoverì, ed in molte sue città iniziò un graduale ed inarrestabile processo di decadenza e caos totale.

Nel III e nel II secolo a.C. Roma si interessa alle questioni greche e inizia un duro conflitto con la Macedonia per il dominio della parte orientale dell’impero. Il conflitto si concluse con l’affermazione della supremazia dei romani e, nel 27 a.C. l’imperatore Augusto separò la Grecia dalla Macedonia facendone una provincia senatoria a sé stante con il nome di Acaia.
Nei primi secoli dell’era cristiana dell’Impero romano, la Grecia conobbe una rinascita culturale ed economica soprattutto durante il regno dell’imperatore Adriano che si occupò anche del restauro e del recupero dei vecchi edifici.

L’invasione dei Goti in Italia fu un duro colpo per l’Impero romano a cui seguirono decadenza economia e flessione demografica, nonché decadenza morale e culturale. In seguito, la provincia dell’Acaia venne divisa in Ellade (Attica, Beozia, Focide, Locride, parte della Tessaglia, Eubea ed Egina), con capitale Tebe, e il Peloponneso, con capitale Corinto. La Tessaglia sett. e l'Etolo-Acarnania furono invece assegnate al tema dell'Epiro, e Tessalonica al tema omonimo.
Con la prima caduta di Costantinopoli (1204) la Grecia fu smembrata fra i vari conquistatori crociati e la caduta di Costantinopoli in mano ai Turchi nel 1453 aprì la via alla conquista della Grecia che divenne tutta parte dell’Impero turco nel 1460.