Atene
Atene era anche un fiorente centro economico, grazie alla sua posizione geografica: il porto del Pireo le garantiva gli scambi con tutto il bacino del Mediterraneo, la regione Attica era ricca di miniere di argento e di piombo, dotata di fertili pianure e di rigogliose foreste da cui ricavare legname per le costruzioni, ricca di cave di pietra e marmo e inoltre una catena montuosa la difendeva dalle incursioni nemiche.
La città è circondata da possenti mura, che comprendono anche il porto e le vie di comunicazione fra questo e la città-stato, e un’altra cinta muraria circonda l'Acropoli. La disposizione degli edifici è legata in particolar modo al territorio e non v'è una precisa logica nell'urbanizzazione: nei quartieri abitati, botteghe, abitazioni, stalle e baracche convivono tutte ammassate in modo casuale. I campi si trovano a ridosso delle case, gli orti stanno, non di rado, all'interno del centro abitato, le strade della città sono strette, buie, spesso in salita, e il passaggio è proibitivo per più di un uomo in sella a un asino (eccetto alcune strade principali). Secondo la concezione di cittadino dello stato ateniese che partecipa attivamente alla vita politica fa sì che le costruzioni adibite a questo tipo di attività siano allo scoperto. Nella zona meridionale della città erano collocati i templi e i monumenti, tra cui l'Acropoli.
La società ateniese è da sempre associata al concetto di democrazia. Il governo della città era infatti in mano a un collegio di nove arconti (capi), scelti fra i nobili (i cosiddetti Eupatrìdi) e ognuno aveva un proprio compito: l'arconte epònimo presiedeva l'intero collegio, l'arconte basilèus presiedeva le cerimonie religiose, l'arconte polemàrco aveva il comando dell'esercito e gli altri sei arconti erano detti tesmotèti (custodi delle leggi) e amministravano la giustizia. I nove arconti, quando finivano l'anno di carica, andavano a far parte dell'Areopàgo, un’assemblea di anziani che sorvegliava la condotta dei magistrati, e fungeva da tribunale.
Nel 621 il legislatore Dracone pubblicò il primo codice scritto di leggi, limitando la discrezionalità del potere giudiziario dei nobili. Successivamente l’arconte Solone nel 594 a.C. riformò il codice draconiano, dividendo la popolazione in quattro classi, che furono, in ordine di ricchezza: i pentacosiomedimni (gli unici che potessero aspirare all’arcontato), i cavalieri, gli zeugiti, i teti (esenti dalle imposte). All’areopago affiancò la bulé, consiglio di quattrocento nominati per sorteggio dalle prime tre classi, e il tribunale popolare dell’eliéa.
Della vita politica ateniese, però, rimaneva sempre esclusi i meteci, le donne e gli schiavi.
I meteci erano gli stranieri residenti ad Atene, erano commercianti e artigiani, gestivano proprietà e investimenti dei cittadini ateniesi, sfruttavano le miniere d’argento e spesso erano, quindi, molto ricchi. Erano ben visti ad Atene perché portavano sviluppo ed erano reclutati in caso di guerra, ma il matrimonio fra cittadini e meteci era proibito per legge. Le donne ateniesi non avevano diritti politici ed erano sottomesse sempre a qualcuno (padre, marito, figli), non amministravano beni, non si sceglievano il marito. Esse erano comunque importanti nelle funzioni religiose ed erano presenti nell’arte, nella poesia e nella musica. La donna ateniese, soprattutto se era di elevata estrazione sociale, trascorreva la maggior parte del proprio tempo in ambienti chiusi, all’interno del gineceo, dimora a lei riservata nell’intimo della casa: tesseva, filava e si dedicava alla cura dei figli.
Gli schiavi spesso erano bottino di guerra o acquistati; venivano impiegati nelle fattorie, nelle miniere, nelle manifatture, nel lavoro domestico.
Ad Atene l’educazione era una cosa fondamentale per lo sviluppo personale dei singoli individui e il fine dell’educazione è formazione della sua personalità. Essa prendeva le mosse dai poemi omerici, che ogni ateniese doveva conoscere, e poi si decideva di insegnare teatro, retorica, politica, arte, lettura, scrittura, matematica, ed uno strumento musicale molto popolare, il flauto.
Atene era ricca inoltre di opere d'arte, di templi, di sculture i suoi filosofi, i suoi artisti sono diventati di fama mondiale. Atene è stata la fondatrice delle olimpiadi, a testimonianza che lo sport e la cultura del corpo era altrettanto importante quanto la cura dello spirito.
Questo, però, non vuol dire che gli ateniesi non fossero interessati all’esercito e alla guerra. L'istruzione militare ed ad Atene, come in maggior parte delle polis consisteva in due anni di addestramento: compiuti i 18 anni si effettuava un giuramento nel tempio di Aglauro che dava inizio a un primo anno di addestramento fisico e un secondo prettamente militare.
Musica, balli e spettacoli teatrali erano tra le manifestazioni che raccoglievano il maggior numero di persona, una forma di aggregazione sociale a cui tutti erano chiamati a partecipare.
Una tradizione importante a Atene è la cerimonia nuziale. Aveva luogo dopo il tramonto: la sposa, velata, si muoveva dalla sua casa alla casa dello sposo stando in piedi su un carro mentre la famiglia seguiva a piedi. Gli amici dei due sposi illuminavano il percorso portando torce e suonavano musica per spaventare i cattivi spiriti. Durante la cerimonia di matrimonio, la sposa mangiava una mela a simboleggiare che a partire da quel momento il suo sostentamento sarebbe dipeso da suo marito, e quindi anche la totale appartenenza al marito stesso.
