Periodo arcaico

Nella storia della Grecia il periodo compreso tra la fine del VIII e il VI secolo a.C. viene definito “periodo arcaico” ed è caratterizzato dall’affermazione delle polis e dall’espansionismo greco lungo le coste del mar Mediterraneo.
Le trasformazioni socio-politiche e culturali che interessarono la Grecia durante gli ultimi anni Medioevo Ellenico erano l’inizio di un processo che porterà la Grecia a riprende gli scambi economici, le attività agricole e produttive, la crescita demografica, lo sviluppo di luoghi di culto, la formazione di comunità cittadine e la riscoperta della scrittura.

L’VIII secolo si caratterizzò per l’accentramento del potere nelle mani delle famiglie aristocratiche delle città. Prima a governare era una sola famiglia, poi si inizia a formare un consiglio di aristocratici e le città greche diventano delle città-stato che prendono il nome di polis. In Omero il termine “polis” indicava l’Acropoli, ma grazie allo sviluppo del commercio e dell’agricoltura e il conseguente allargamento degli insediamenti urbani, la parola polis assunse il significato di nucleo urbano come entità socio, economico e politica. La polis comprendeva anche il terreno circostante costituito da campi, villaggi più piccoli, pascoli e porti.

Esistevano due diversi tipo di polis: una più democratica, guidata da un’assemblea aristocratica e l’altra che conservava il monarca (regime politico oligarchico). Al primo gruppo apparteneva Atene, mentre Sparta al secondo.
Nelle polis democratiche esistevano dei magistrati che esercitavano il potere in nome del popolo e che spesso erano eletti dal popolo o sorteggiati. I teoria tutti i cittadini avevano gli stessi diritti e gli stessi doveri, ma nella realtà ciò non accadeva. Con il termine cittadini, infatti, ci si riferiva solo alle classi privilegiate le uniche che potevano partecipare alle assemblee per eleggere i magistrati, escludendo la maggior parte della popolazione. Schiavi, donne e stranieri erano addirittura esclusi anche dal diritto di cittadinanza, riservato solo ai maschi liberi e figli di cittadini.

Ogni polis era organizzata autonomamente, secondo le proprie leggi e le proprie tradizioni.
La polis era tradizionalmente formata da due diverse parti: la parte bassa chiamata “asty” e la parte alta detta “acropoli”. L’asty comprendeva le abitazioni dei cittadini, le botteghe, i magazzini e altri edifici pubblici; qui vi era anche l’agorà, simbolo della democrazia per antonomasia dato che era sede delle assemblee dei cittadini che vi si riunivano per discutere i problemi della comunità e decidere collegialmente sulle leggi, ma era contemporaneamente il luogo del mercato e il centro economico e politico, e perciò vi sorgevano gli edifici pubblici, gli uffici, i teatri. Sempre nella parte bassa della polis c’erano il buleuterio (sede del Consiglio degli Anziani) e il pritaneo (dove si conservava il fuoco sacro agli dèi). L’acropoli, la parte alta della città, era il fulcro della vita religiosa. Questo era un luogo fortificato che serviva anche per la difesa dei cittadini in caso di necessità e che ospitava il tempio della divinità tutelare. La parte fuori le mura delle polis veniva chiamata Chora e comprende i campi coltivati, i pascoli e tutte le zone che appartenevano alla città.

All’interno della polis le strade principali, quelle che univano l’agorà con i monumenti più importanti e con l’acropoli, erano larghe e lastricate al contrario delle altre che erano stradine strette e sterrate che consentivano giusto il transito di una persona per volta.
Oltre all'unità territoriale, però, le polis erano caratterizzate da un'unità sociale e culturale: il teatro poi era uno degli edifici urbani che non poteva mancare nella città, un simbolo di aggregazione sociale e democrazia visto che tutti potevano accedervi. Inoltre nella polis si svolgevano feste e giochi che erano occasione d’incontro fra tutti i greci. Usuali erano anche le gare che contrapponevano una polis all’altra – da qui nacquero le olimpiadi.
Nel periodo arcaico, quasi parallelamente allo sviluppo delle polis, in Grecia si assistette ad una massiccia fase di colonizzazione. La crescita della popolazione, il desiderio di mercanti e armatori di avventura e di accumulare fortuna, la lotta tra le classi nelle polis (i contadini sempre più poveri e i proprietari terrieri sempre più ricchi) e le rivalità tra le stesse polis causarono un consistente fenomeno migratorio verso l'area orientale (Tracia e Mar Nero) e l’area occidentale (Magna Grecia, Francia e Spagna).

Quando i colonizzatori greci fondavano una colonia, questa costituiva una comunità indipendente ma doveva conservare le leggi, le usanze e la religione della madrepatria con la quale manteneva anche stretti rapporti.
Le conseguenza di questa colonizzazione per la Grecia furono molto importanti: l'espansione e l'incremento degli scambi commerciali e delle attività artigianali ed industriali, il passaggio di alcune zone da un’economia agricola ad una produzione manifatturiera, l'introduzione della moneta e la conseguente formazione di una nuova classe di commercianti ed industriali, che progressivamente misero in crisi il predominio dell'aristocrazia.

I colonizzatori Greci furono attratti soprattutto dall’Europa occidentale: si spinsero fin sulle attuali coste francesi e spagnole sviluppando contatti frequenti con popolazioni indigene; ma gli insediamenti di gran lunga più importanti si ebbero luogo nell’Italia meridionale, che alla fine del VI secolo a.C., veniva chiamata Magna Grecia, proprio per sottolineare il ruolo e il livello di civiltà che aveva raggiunto nel mondo di allora.