Epoca moderna
I turchi governarono l’Italia fino agli inizi del XIX secolo: nel 1921, infatti, in tutta la penisola ellenica ci furono ribellioni e moti d’indipendenza dall’impero ottomano che terminarono intorno al 1830 con la dichiarazione dell’indipendenza della Grecia.
I moti greci seguirono anche lo slancio di patriottismo romantico diffuso in Europa nel 1800. Non a caso le maggiori potenze greche guardano alla Grecia con entusiasmo e Francia, Russia e Inghilterra minacciarono di usare l’esercito contro le Turchia se necessario per porre fine alla guerra. Molti volontari europei decisero di battersi per la causa greca.
I tre stati europei garanti dell’indipendenza greca si accordano per mettere a capo del nuovo stato monarchico ellenico il principe Ottone di Baviera che divenne primo re di Grecia e anche i futuri sovrani furono designati da Francia, Russia e Inghilterra.
Tra tutti i sovrani greci, Giorgio I è quello più importante per le diverse attività volte a dare alla nazione più rilevanza nel panorama politico europeo. Tra queste attività ebbe grande risonanza la Prima Olimpiade svoltasi ad Atene dal 6 al 15 aprile 1896.
Politicamente il suo regno di Giorgio I perseguì la volontà di egemonia dei greci e quella di creare un'unica nazione, idea che lo spinse a contrastare diverse volte il decaduto Impero Ottomano e a favorire gli irredentismi. In questo il sovrano aveva l’appoggio dell'Impero Britannico che ne riceveva, di volta in volta, isole e presidi, ottimali per controllare le vie di comunicazione marittime nel Mediterraneo orientale.
Durante il Congresso di Berlino alla Grecia furono annesse la Tessaglia e parte dell’Epiro, mentre Cipro fu assegnato alla Gran Bretagna e inoltre alla penisola ellenica fu imposto il disarmo per evitare di rafforzare la nazione ed evitare conflitti con la Turchia.
L’inizio del XX secolo, non fu un periodo roseo per la Grecia: alle difficoltà economiche si aggiunse la diffidenza degli altri paesi europei che temevano un rafforzamento eccessivo della nazione e un periodo di instabilità politica con fermenti nazionalistici e irredentistici. Si verificarono, infatti, diversi moti popolari e tentativi di colpi di stato.
Una delle vicende importanti nella storia della Grecia e dell’Europa sono state le Guerre Balcaniche che portarono ad un completo stravolgimento dell'equilibrio nei Balcani e a una lotta delle varie potenze europee per appoggiare i neostati.
Dopo queste guerre, la Grecia si trovò coinvolta nella Prima Guerra Mondiale che ridisegnò i confini della penisola ellenica - il trattato di Sèvres assegnava alla Grecia la Tracia orientale eccetto Istanbul e la zona di Smirne in Asia Minore. Successivamente nel 1923 la Grecia rinunciava a Smirne e si ritirava dalla Tracia, perdeva le isole di Imbros e Tenedos e in più si accordò con la Turchia su uno scambio di popolazioni (un milione e mezzo di greci lasceranno la Turchia e quattrocento mila turchi la Grecia).
Il disagio economico provocato dalle guerre ed il risentimento contro la monarchia, ritenuta responsabile della sconfitta in Asia Minore, condussero alla rivoluzione militare del marzo 1924 che abbatté la monarchia e instituì la repubblica. Questa fu poi rovesciata nel marzo 1933: con l'avvento al potere di Metaxàs la Grecia ebbe un regime dittatoriale, ma fu ugualmente attaccata da Mussolini il 28 ottobre 1940 e poi l’esercito tedesco occupò il Paese nel 1941, fino all’ottobre 1944.
Nel 1946 le elezioni decretarono il ritorno del re Giorgio II, ma il paese era instabile e le guerre civili si protrassero fino agli anni settanta, con brevi parentesi di periodi di governi più o meno stabili.
Dopo l’ennesimo scioglievano del Parlamento, il referendum del 29 luglio 1973 portava all'abolizione della monarchia, sostituita da una Repubblica presidenziale. Nel 1975 fu varata una nuova Costituzione e, infine, in politica estera, nel 1980 la Grecia fui reinserita nella NATO.
